Ho letto questo articolo sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, che mi ha fatto riflettere sull’importanza che l’accordo di Schengen ha avuto sulla mia città di nascita, Gorizia.
Sono cresciuto con la presenza, a volte minacciosa, di questo confine tra due mondi opposti, il mondo occidentale e quello socialista della Jugoslavia. Attraversare il confine era come passare da un mondo all’altro; due città fisicamente così vicine ma culturalmente e politicamente così lontane; dover rispondere alle domande della polizia italiana e della milica jugoslava, spesso burberi, tutto ciò contribuiva a creare, ai miei occhi, una separazione.
Dal 2004 la Slovenia è entrata nell’Unione Europea, i confini fisici sono stati smantellati ma quelli mentali? Chiudere nuovamente il confine tra Italia e Austria al Brennero sicuramente porterà a galla divisioni del passato, spero che non succeda lo stesso sul confine orientale, visto che i rapporti tra i goriziani e gli sloveni si stanno lentamente normalizzando. Perché riaprire vecchie ferite?